Cos’è l’orientamento sessuale? Questa è una qwery interessante a cui google restituisce svariati risultati che lo accompagnano spesso alle questioni relative all’identità di genere o alla variabilità degli orientamenti sessuali. In questo articolo cercheremo di dare forma a definizioni e analisi, offrendo anche una prospettiva sull’eterogeneità delle esperienze umane.
Definizione di orientamento sessuale
L’orientamento sessuale è l’attrazione sessuale e/o romantica e/o emotiva che l’individuo prova o meno verso l’altro da sé. L’orientamento sessuale è un termine che consente di esprimere una categoria di rapporto umano, basata su ciò che essenzialmente innesca desiderio fisico, emotivo, romantico o sessuale verso uno o più individui. Parlare di orientamento sessuale al singolare rischia di essere estremamente fallace, è più corretto riferirsi agli orientamenti sessuali. Questo perché attualmente la nostra è una società eteronormata, dunque che percepisce come costante statistica e dogmatica l’eterosessualità. Ciò che non è eterosessuale è percepito come non conforme, dunque corrispondente a ciò che è considerato norma, consuetudinario e per conseguenza auspicabile. Parlare di orientamenti sessuali consente dunque di rompere il dogmatismo e di non rinforzare le aspettative sociali sugli individui. Rimane poi l’esperienza del singolo lo spazio per rivendicare ed riconoscere il proprio orientamento sessuale in un’accezione singola e declinata nell’esperienza di individuo nella collettività.
Ci sono tanti orientamenti sessuali?
Gli orientamenti sessuali sono vari e non tutti sono definiti. Ancora mancano al linguaggio comune le parole per definire e strutturare la pluralità umana. Non si tratta, come sottendono alcuni, di un’invenzione odierna ma della differenza strutturale e costruita nel tempo che rende per gli individui più semplice, ma non facile, accedere a modi di esprimere sé stessi in maniera più precisa e coerente anche attraverso parole e definizioni. Se prima l’oppressione appiattiva l’esperienza oggi la rivendicazione frammenta l’oppressione attraverso l’espressione diversa e varia degli orientamenti sessuali.
Cosa vuol dire eterosessuale?
Eterosessuale è il termine con cui ci si riferisce a coloro che provano attrazione per l’altro sesso, inteso nella sua accezione binaria e coincidente con ‘identità di genere cisgender, dunque non in contrasto con il sesso biologico. L’eteronormatività è l’assunzione che essere eterosessuali sia la norma, dunque ciò che è proprio dell’essere umano. Le aspettative eternormative sono ciò che respinge la diversità e la percepisce e fa percepire come un errore, uno sbaglio, qualcosa che esula dalla normalità. Nella percezione eteronormata tutto ciò che non è compreso nella diede uomo-donna viene interpretato come insolito, non conforme alle aspettative e, in ultima istanza, a ciò che è giusto. L’idea a priori che l’eterosessualità sia quanto di più corretto per la sfera psico–sessuale umana sfocia nell’espressione sociale dell’eterosessualità obbligatoria da cui discendono tutte le applicazioni con intento correttivo coercitivo sulle persone che non corrispondevano, o corrispondono, a questa aspettativa.
Le terapie di conversione
Le terapie di conversione sono tutte quelle tecniche con cui si tenta di modificare l’orientamento sessuale di un individuo affinché corrisponda all’eterosessualità. Queste “terapie”, che in realtà sono violenze, sono basate su assunti pseudoscientifici, ovvero che mostrano un carattere di scientificità non corrispondente a realtà. L’idea di nomenclarle terapie suggerisce un intento salvifico e redentivo, mediante il quale chi opera la conversione non si limita a “salvare” e “curare” l’altro ma ne ottiene redenzione riportando la realtà altrui al suo canone. La presenza del termine conversione riafferma ancora di più la matrice religiosa delle pratiche in questione. L’obiettivo è quello di indurre un cambiamento, una mutazione forzosa, nell’animo individuale modificando i pattern sessuali percepiti come errati. La terapia di conversione si basa su un giudizio morale profondo ed eteronormato che delimita i perimetri di ciò che è accettabile e cerca di cancellare ciò che, invece, non considera tale. Conversione è il termine usato per la procedura di cambio della fede e deriva dal latino convertere dunque piegare. Tutto ciò è doppiamente affermato dalla presenza del termine “terapia” ovvero di una procedura, o insieme di procedure, che ha come scopo ripristinare uno stato di salute o combatte uno stato di malattia. ciò non fa che ascrivere la non eterosessualità al canone della malattia, sebbene l’OMS abbia pubblicamente dichiarato che l’omosessualità non è una malattia e abbia riconosciuto la sua esistenza come carattere umano non patologico o ascritto a chissà quale morbilità. Le terapie di conversione, di riorientamento sessuale o ripartire sono espressione delle aspettative sociali eterormative.
terapìa s. f. [dal gr. ϑεραπεία]. – 1. In medicina, studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie.
Terapia, Treccani
Queste procedure non dovrebbero essere nomenclate come terapie di conversione ma come torture omolesbobitrasnfobiche. Si tratta infatti di tentativi piscologici e fisici di imporre una forma identitaria profonda dall’esterno e spesso di avvalgono di metodi brutali e fisici.
Stupro correttivo
Nel novero delle terapie di conversione rientrano i cosiddetti stupri correttivi, posti in essere al fine di modificare l’orientamento sessuale della persona colpita o di punirla per aver espresso un’orientamento non eterosessuale. Largamente diffusi in Sud Africa, gli stupri correttivi sono una forma sociale di terapia di conversione. Spesso sono i parenti delle vittime a concordare la violenza, come riporta Sabrina Avakian nel suo Storie Nascoste, una brillante inchiesta sull’omosessualità in Africa.
Nella tradizione africana essere gay è un argomento tabù. Bisogna vivere nel silenzio. In molti paesi africani gli omosessuali vengono trattati alla stregua dei criminali.”
“Ti ricordo che io sono stata violentata sistematicamente su richiesta di mia madre” ” Sì mia madre, perchè dovevo essere curata dal lesbismo, anche il mio psicanalista sudafricano voleva curarmi , voleva cambiare le mie tendenze sessuali […]”
“Erano in tre […]”
Storia di Luis, Vite Nascoste, Sabrina Avakian
I casi di violenza e stupro correttivo non sono circoscritti solo al Sud Africa. Spesso la violenza omolesbobitransfobica ha come scopo punire la vittima. Purtroppo, in mancanza di mezzi normativi adeguati, denunciare è difficile se non impossibile. Lo stigma con cui le persone sopravvissute devono convivere, il respingimento e la difficoltà con cui vengono credute, le spingono al silenzio. Nel caso di aggressioni sessuali omolesbobitransfobiche, il respingimento sociale verso la vittima si somma a quello verso il suo orientamento o la sua identità di genere. Vi sono poi svariate forme di microaggressioni correttive, come l’abitudine di ripetere alle donne lesbiche, bi, pan o asessuali che il loro orientamente è dovuto al fatto che non abbiano ancora incontrato un vero uomo o non abbiano avuto le giuste esperienze. Queste forme di delegittimazione sottendono alla narrativa violenta ed impositiva di una visione fallocentrica della sessualità femminile.
Le Nazioni Unite hanno adottato il termine stupro omofobico per destrutturare la posizione di legittimazione intrinseca al termine correttivo. L’uso della parola correttiva rischia di essere ragione per ricorrere alla violenza, percepita come funzionale a ripristinare una situazione adeguata.
Quali orientamenti sessuali ci sono?
Gli orientamenti sessuali sono una pluralità di concetti in continua espansione, talvolta si sfumano e talvolta sono nettamente separati per la natura dell’attrazione. Essi non sono, o meglio non dovrebbero, essere posti in ordine gerarchico e l’espressione del desiderio deve essere sempre subordinata al consenso manifesto e revocabile. Di seguito un elenco drammaticamente incompleto ma indicativo della pluralità della sessualità umana.
- Eterosessualità: attrazione verso la persona di sesso diverso ascritta al canone binario uomo-donna.
- Eteroromanticismo: attrazione romantica verso persone di sesso diverso dal proprio, nel canone binario uomo-donna.
- Omosessualità: attrazione verso la persona dello stesso sesso.
- Androsessualità: attrazione verso il maschile, anche verso le persone transgender o transessuali.
- Asessualità: iperonimo che comprende uno spettro ampio di orientamenti sessuali, alcune persone potrebbero non provare attrazione sessuale o romantica per nessuno, mentre altre potrebbero provare vari gradi di attrazione sessuale o romantica per le persone.
- Autoromanticismo: attrazione romantica verso sè stessi.
- Autosessualità. attrazione sessuale verso sè stessi.
- Bisessualità: attrazione verso il sesso maschile e quello femminile.
- Biromanticismo: attrazione romantica verso il sesso maschile e quello femminile.
- Demisessualità: attrazione presente solo in seguito alla creazione di un forte legame emotivo.
- Gynosessualità. attrazione verso le femminile, anche verso le persone transgender o transessuali.
- Pansessualità: attrazione verso tutti i generi e i sessi.
- Panromanticismo: attrazione romantica verso tutti i generi e i sessi.

Devo dare un nome alla mia sessualità?
Nessuno è obbligato a riconoscersi in un termine, men che meno a dovervisi conformare. Vi sono tanti elementi in gioco nell’autonomenclatura e questa deve essere sempre subordinata alla volontà personale. Nessuno può imporre una categoria ad alcuno sulla base di assunzioni che avvengono al di fuori della persona.
Cos’è l’omofobia?
L’omofobia è un termine ombrello che identifica una forma di odio indirizzata verso le persone non eterosessuali. Essa può presentarsi in varie forme ed essere dunque verbale, virtuale, politica, fisica, ma rimane certamente sistemica. Si tratta infatti di una forma di intolleranza atavica e diffusa che induce le persone non solo a introiettare odio verso gli altri e a riproporlo quotidianamente, ma anche verso sé stessi. Si parla dunque di omofobia interiorizzata quando la persona non solo assume comportamenti discriminatori ma arriva a rivolgerli verso il proprio orientamento sessuale. Le varie forme di intolleranza verso gli orientamenti sessuali non sono proprie dell’eterosessualità, ma sono comportamenti appresi e socialmente giustificati che, fin troppo spesso, sono riproposti anche da persone facenti parte della comunità lgbtq+. Questo non significa che vi sono persone intrinsecamente cattive, ma che si è in presenza di un sistema sociale discriminatorio che insegna ad imporre un giudizio di merito e ad agire di conseguenza.
omofobia Paura dell’omosessualità, sia come timore ossessivo di essere o di scoprirsi omosessuale, sia come atteggiamento di condanna dell’omosessualità. Secondo la Risoluzione del Parlamento europeo sull’omofobia in Europa (2006), «l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza». Sono stati anche ampiamente studiati gli aspetti psicologici profondi che stanno alla base di tale timore anche nelle persone omosessuali; si parla quindi di o. interiorizzata per indicare l’accettazione conscia o inconscia da parte di gay e lesbiche di tutti i pregiudizi, le etichette negative e gli atteggiamenti discriminatori, di cui essi stessi sono vittime. Secondo vari studiosi, l’o. interiorizzata dipende in gran parte dall’effetto modellante dei pregiudizi sociali omofobi su un adolescente che sta piano piano scoprendo la propria omosessualità. Un gay o una lesbica che fin dall’infanzia percepisce intorno a sé pregiudizi e atteggiamenti negativi – espressi in forma implicita o esplicita – nei confronti dell’omosessualità può quindi essere indotto a interiorizzare (e cioè ‘credere fermamente a’) parte di tale complesso di pregiudizi sociali, finendo non solo per costruirsi un’immagine di sé negativa proprio in quanto omosessuale, ma sviluppando anche atteggiamenti di rifiuto e omofobi verso gli altri omosessuali. Tale processo di distorsione del naturale processo di formazione della personalità è tanto più influente in quanto gay e lesbiche crescono generalmente senza modelli positivi di riferimento e nella maggior parte dei casi senza poter trovare nella famiglia d’origine un adeguato supporto.
Omofobia, TRECCANI
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